Workers buyout Venezia e Rovigo: le quattro esperienze di successo al centro di un workshop e di una pubblicazione

Sono quattro le cooperative industriali nate da operazioni di workers buyout (wbo), dal 2014 a oggi, nelle province di Venezia e Rovigo grazie al supporto di Legacoop Veneto. 

Sono Kuni, Sportarredo Group, Berti e Centro moda Polesano, cooperative fondate da ex lavoratori dipendenti di aziende fallite o in grave crisi che hanno costituito una nuova impresa: le loro esperienze e le loro storie al centro oggi di un workshop a Marghera, alla Camera di Commercio di Venezia e Rovigo, promosso dalla CCiAA assieme a Legacoop Veneto e in collaborazione con Isfid Prisma.

Kuni nasce nel 2014 dal fallimento della Mo.Ru.Pa, azienda di Giacciano con Baruchella (nel Rodigino), ed è specializzata nella produzione di arredamenti in legno su misura sia per la casa che per il settore navale (in particolare nel comparto crocieristico). È del 2015 la nascita della Sportarredo Group di Gruaro (Venezia), attiva nella produzione di apparecchiature solarium e per l’estetica e di cosmetici. Prende avvio l’anno dopo, nel 2016, la Berti di Tessera (Venezia), che produce vetrocamere e serramenti in vetro. Ultima nata infine, la coop rodigina di Stienta Centro moda Polesano, che realizza capi femminili per marchi dell’alta moda made in Italy e non solo.

Obiettivi prioritari di queste iniziative di successo, che nelle due province hanno consentito in questi anni difficili di salvare oltre cento posti di lavoro, la tutela dell’occupazione e la promozione di nuova imprenditorialità cooperativa.

«La partnership tra Camera di Commercio e Legacoop Veneto intende valorizzare queste esperienze di wbo, consolidarne il modello e promuoverlo come strumento potenzialmente applicabile anche in altre situazioni di crisi o fallimento – dichiara Giuseppe Fedalto, presidente CCIAA di Venezia Rovigo – L’appuntamento di oggi si configura quindi come un momento di riconoscimento all’impresa realizzata da questi lavoratori, esempi del “saper fare” che con coraggio, fatica e determinazione hanno creduto nel loro progetto, nel rilancio dell’azienda e soprattutto rimettendo al centro dell’economia del territorio la produzione e il lavoro».
«Dal 2010 in Veneto abbiamo supportato complessivamente la nascita di ben sette wbo – racconta Adriano Rizzipresidente di Legacoop Veneto -: operazioni che hanno “rovesciato” l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, trasformandoli da strumento di garanzia del reddito per lavoratori espulsi dal processo produttivo in fattore di produzione, attraverso l’anticipo degli importi stabiliti dalla legge 223/1991 e il loro investimento in capitale sociale. I lavoratori hanno compiuto scelte importanti: tra percepire un assegno e mettersi in gioco rischiando in prima persona, hanno preferito questa seconda strada, garantendo occupazione a loro e a chi verrà dopo di loro».
Alla base vi è sempre un’attenta analisi e valutazione dei mercati in cui le imprese opereranno, un preciso piano di sviluppo, la ricerca delle risorse necessarie per sostenerlo, formazione o riqualificazione delle competenze, infine la messa in rete di soggetti diversi con una attenta regia da parte di Legacoop. Perché dietro a ogni wbo esiste una vera e propria azione di sistema, che vede operare assieme soggetti pubblici, nazionali e locali, e soggetti privati, come la cooperazione (con i suoi strumenti finanziari di promozione e garanzia), il sistema bancario e le organizzazioni sindacali. Nel corso delle diverse operazioni tutti questi soggetti hanno imparato a conoscersi, a lavorare insieme e costituiscono oggi un patrimonio importante per affrontare altre e future situazioni di crisi.
Nasce proprio con lo scopo di condividere queste esperienze con gli operatori e i soggetti che si trovino ad affrontare crisi aziendali la pubblicazione che racconta i quattro wbo dei due territori, realizzata da Legacoop Veneto e dalla Isfid Prisma, con il contributo della Camera di Commercio di Venezia e Rovigo. Il volumetto, distribuito oggi al workshop, spiega cos’è un workers buyout, quali sono gli strumenti per realizzarlo (l’uso degli ammortizzatori sociali, gli strumenti finanziari, i fondi mutualistici delle centrali cooperative, le banche) e il percorso per avviarlo.